Il sole splendente e alto della tarda mattinata e un cielo blu limpido rendono più difficile da immaginare quanto si stata dura e fredda la notte di gelo sui pantani della Doganella. Cammino verso le pozze mentre un vento gelido da nord mi trafigge e l'erba ghiacciata del pascolo scricchiola sotto i miei piedi. Un poiana scivola nell’aria fredda, infastidita da un gruppo di cornacchie petulanti che la costringono a continui cambi di rotta.
I cavalli pascolano tranquilli, finalmente rinfrancati dai raggi del sole. L’aria calda esce dai loro nasi formando nuvolette di vapore, ad evidenziare la temperatura ancora molto bassa nonostante sia quasi mezzogiorno.
I pantani con il loro tesoro di vita, sono imprigionati da una spessa lastra di ghiaccio che si interrompe solo nei punti dove i cavalli hanno attraversato le pozze. Il gelido velo permane, più sottile e trasparente nelle zone in pieno sole, mentre all’ombra degli arbusti, forma una barriera spessa e opaca, impenetrabile allo sguardo.
Le uova delle rane dalmatine, racchiuse nei loro grappoli gelatinosi, sono intrappolate sotto questo lenzuolo di gelo. Quelle più in superfice sono destinate probabilmente a non rispettare le loro promesse di vita, le altre, più all’interno dell’ammasso globoso, vinceranno la loro partita col ghiaccio, così come quelle adagiate sul fondo.
Ma la strada per diventare girini ed infine adulti ancora è lunga.
Arrivo ai canali, dove il terreno forma delle creste in parte in ombra. Li il gelo si è sbizzarrito in incredibili sculture aghiformi che creano geometrie surreali e raccontano della fredda notte appena trascorsa.
Ce ne saranno altre di notti di ghiaccio prima che Primavera arrivi...per ora il sole splende alto e non ci resta che godercelo, come se non ci fosse un domani.
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