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Lidia & Aisha

di Lidia Calvano

Un nitido e tiepido pomeriggio d’inverno. La mia avventura inizia in un posto un po’ insolito per un’esperienza formativa di zooantropologia ...

...Imparerò molto, in quelle due ore, su di me. Imparerò quanto è difficile trovare il proprio baricentro, quanto è complicato lasciarsi “stare” quando non abbiamo nulla da “fare”...

Il parcheggio di Ikea. E’ lì che incontro Carlo, mio coach, amico e mentore in questa azzardatissima vicenda. No, non sono allergica a cani o cavalli, né li temo. Li rispetto, direi.

E allora, andiamo.


Arriviamo con la mia guida prudente nei pressi di Rocca Priora, terra per me assolutamente incognita, e ci accoglie nel suo “ranch” Letizia, biologa e chissà quante altre cose sotto forma di una ragazza cordiale e alla mano. E poi non si tinge i capelli, come me. Mi sento subito a mio agio, nonostante il suo cane mi abbia preso di mira e mi distragga con una continua richiesta di attenzioni e coccole. A ben pensarci, ora che lo scrivo, prendere coscienza di quanto fossi imbranata ed imbarazzata ad accarezzarlo mi dovrebbe schiudere ben altre consapevolezze. Ma andiamo avanti.


Letizia mi spiega come funzionerà il tutto, mi invita ad accogliere le mie sensazioni in modo non giudicante, e a concentrarmi sullo “stare”, sul contatto con la terra, con me stessa e le mie percezioni. Che vorrà mai dire, penso, speriamo di essere all’altezza


Usciamo di casa, e la vediamo: Aisha. Siamo qui per lei. Una splendida cavalla bianca, non ferrata, senza morso né sella, completamente libera nel suo pascolo, cresciuta nel rispetto delle sue esigenze naturali ed abituata a relazionarsi con gli esseri umani in una posizione di pariteticità.


Siamo nel clou della nostra giornata. Imparerò molto, in quelle due ore, su di me. Imparerò quanto è difficile trovare il proprio baricentro, quanto è complicato lasciarsi “stare” quando non abbiamo nulla da “fare”.

Aprirò le mie sensazioni a quel refolo di scirocco che non avrei mai percepito se non avessi avuto gli occhi bendati.



Esplorerò il pascolo senza vedere, fidandomi del mio equilibrio e di ciò che le mie piante dei piedi mi comunicano.

Sfiorerò Aisha dapprima con riserbo, poi con convinzione, infine con gratitudine.

Proverò gioia, quando Aisha si dirigerà a brucare attorno ai miei piedi, invidia e gelosia quando invece sbaciucchierà Carlo, desiderio selvaggio verso la splendida puledra camargue che scalpitava per attirare la nostra attenzione.


Capirò il momento esatto in cui il mio bisogno di relazione mi proietta troppo fuori di me, fino a perdere il mio “stare”.

Imparerò che le relazioni vanno meglio quando “sei”, rispetto a quando “vuoi”.



Mi fiderò di lasciarmi avvicinare da Aisha mentre sono bendata, e capirò quando mi è accanto dal calore che emana dal suo corpo. Sì, le sensazioni tattili sono molto importanti per me

Mi stupirò di quanto poco Aisha si preoccupi di sbilanciarmi con una panciata, passandomi accanto, mentre io mi davo pensiero di non intralciarle la via.


Tante cose, forse troppe per una volta sola. Un rilassante debriefing, davanti un tè caldo, poi i saluti.

Si fa buio, e al ritorno Roma ci di dipana davanti nelle prime ombre della sera come un mostro tentacolare dalle mille luci. Ci ingrumiamo in un inesplicabile ingorgo. Carlo avrà pensato che ero infastidita dal ritardo e dal traffico, in realtà ero ancora completamente immersa nelle scoperte che avevo fatto.

Non devo essere stata per lui una brillante compagnia, ma in quel tragitto ci siamo detti cose importanti, anche se diversamente importanti, e non sono andate perdute, ma sono tutte qui, dentro di me. Insieme a quello che mi ha fatto capire Aisha.

Grazie, Carlo, grazie, Letizia.

A presto.

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