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Grooming interspecifico

Osservare Adele e Aisha che fanno grooming interspecifico “reciproco” e giocano con il sottosella è un immenso piacere!

... Pulire un cavallo in libertà, dalla testa ai piedi, permettendogli di interagire, di rilassarsi, senza fretta, senza arroganza ma con una disponibilità propositiva, e una predisposizione a leggerne le minime variazioni nella postura, ad interpretare ogni movimento, alla fine ripaga di tutto il tempo impiegato in questa attività e costituisce un collante formidabile nella relazione....

Non posso fare a meno di pensare al mio passato nel mondo dell’equitazione convenzionale, dove legati a un palo o ai venti, i cavalli subiscono il grooming passivamente, senza la possibilità di interagire, muoversi, esprimersi.


Così un’attività importante sotto tanti aspetti oltre a quello dell’igiene e pulizia perde moltissime delle sue potenzialità. Da momento indispensabile per stabilire un contatto e rafforzare la relazione uomo-cavallo, da attività potenzialmente piacevole per entrambi, il grooming diventa una routine. Per il cavallo, un momento di passività, quando non di frustrazione: al minimo movimento viene apostrofato e redarguito. Per l’uomo, un’incombenza frettolosa svolta col pensiero già alle attività da affrontare nel campo di lavoro, o comunque un’attività dove il cavallo è l’oggetto della tolettatura (anche la più amorevole) e non certamente il soggetto.


Iniziare qualsiasi attività con un simile preludio è davvero poco sensato e controproducente, oltre che eticamente scorretto, in quanto spesso accumula nel cavallo tensioni e frustrazione che credo non giovino di certo alle attività successive. Significa proprio iniziare col piede sbagliato.


Eppure nella logica che considera l’interazione con il cavallo una questione di dominanza, l’arroganza (tra l’altro sleale, visto che l’interlocutore è legato e privato di qualsiasi possibilità di esprimersi) è uno strumento per mettere subito le cose in chiaro e dimostrare da subito chi comanda.



Così ho imparato a fare e ho visto fare da tanti nel mio trascorso nelle scuderie, ma allora era “normale”, nel senso che, almeno nella mia esperienza, era prassi comune, l’unico modo.

E invece altro modo c'è eccome!

Pulire un cavallo in libertà, dalla testa ai piedi, permettendogli di interagire, di rilassarsi, senza fretta, senza arroganza ma con una disponibilità propositiva, e una predisposizione a leggerne le minime variazioni nella postura, ad interpretare ogni movimento, alla fine ripaga di tutto il tempo impiegato in questa attività e costituisce un collante formidabile nella relazione.


Ad EquIncontro Natura, Adele e Aisha si stanno conoscendo attraverso il percorso “Mi fido di te” … in queste immagini un'altra pagina del loro viaggio insieme appena incominciato :-)


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