Dopo giorni interminabili, la pioggia offre un attimo di tregua e il sole fa capolino tra le nuvole. Il richiamo del bosco è irresistibile e non mi lascio pregare.....
Cammino sull'erba zuppa, procedendo verso il mantello di prugnoli, rose canine e biancospino che avvolge gli alberi in un abbraccio generoso e rassicurante, celandone la vista come una preziosa confezione regalo e lasciando intravedere solo le cime piu’alte. Il sole appena tiepido del primo mattino scalda il suolo, creando nuvole di vapore bianco che si stagliano sui cespugli scuri.
Cammino sul viottolo principale, ispezionando la parte più giovane del bosco, dove il sentiero lambisce una fitta comunità di noccioli, che si intrecciano in pittoreschi abbracci, creando dei grovigli a tratti impenetrabili. L'aria è freddina e carica di umidità e il bosco ne è intriso, insieme a tutti i suoi abitanti.
Piccole perle d'acqua dai mille riflessi, adornano i rami spinosi di rosa canina e spincervo: Impossibile non pensare ad un albero di natale illuminato. Provo senza troppe speranze, ad imprigionare la bellezza di cio’ che mi circonda in qualche scatto fotografico trattenendo il respiro per non rompere l'incanto.
Nell'aria risuonano i richiami del picchio muratore, del torcicollo, il ciarlare delle ghiandaie e il lamentoso verso della poiana che sorvola il bosco dall'alto. “Deve essere un bello spettacolo visto da lassù” mi dico mentre provo ad immaginare la scena. Poi mi guardo intorno e penso che è difficile sia piu’ incantevole di quello che mi pervade gli occhi.
C'è una atmosfera ovattata e mi addentro tra le querce antiche. Gli alberi hanno tenuto bene alla furia dell'acqua e del vento mentre sul suolo, nuove stradine create dall'abbondante ruscellamento, scorrono non lontano dal sentiero principale, raccontando delle giornate di maltempo appena trascorse.
I grandi rami ricoperti di muschio inzuppato, ospitano una miriade di funghi e licheni, merletti viventi, impreziositi dalla pioggia appena caduta e dal sole che filtra tra i tronchi, tracciando lunghe scie nell'umidità del mattino.
Abbandono il sentiero ed inizio a vagare quasi in trance tra le querce e i carpini, lasciandomi guidare dal bosco attraverso slarghetti e piccoli passaggi che si alternano a shanghai di rami stesi al suolo.
Esco dal mio torpore e dal bosco fitto su una grande radura erbosa inondata di sole.
Un gruppo di cornacchie rumoreggia sui rami rossicci che si stagliano sul cielo blu intenso e il rumore delle macchine sulla strada vicina mi riporta nel mondo degli umani.
E’ prevista pioggia nelle prossime ore… ma io la mia dose di bosco, l’ho avuta!
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