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Ma che bello!!!

“Che bello! Ma è davvero bellissimo!”

“Hai visto?!” gli dico sorridendo, e continuiamo un po’ tra l’erba umida, io vicino a Querida e lui con Aisha.

Antony cammina nel pascolo con Aisha e continua a esclamare queste parole entusiasta, quasi volesse convincere me che camminare a fianco ad un cavallo sia un’esperienza straordinaria.

Parliamo, camminiamo e a tratti ci fermiamo. Aisha strofina la testa su di lui per una grattatina e Antony barcolla e ride, spostato dal cavallo. Querida gioca, mordicchia, si impenna, il suo caratterino fa spettacolo, poi si tranquillizza e torna a brucare. Restiamo un po’ nel pascolo interno poi decidiamo di andare nel bosco.

Il sole di fine ottobre e l’arietta fresca creano un’atmosfera perfetta per una passeggiata e la profondità del cielo blu e limpido entra dagli occhi e crea spazi immensi nell’anima. Lasciamo la strada asfaltata ed entriamo nel sentiero.


Quasi subito il richiamo vicinissimo della poiana riempie la valle e Antony confessa di avere la pelle d’oca dall’emozione. Restiamo in ascolto rapiti, per qualche istante poi il rapace taglia il cielo sfrecciando sulle nostre teste. Volteggia per un po’ vicino, poi prende quota su una corrente ascensionale calda e diventa un puntino nel blu.


Continuiamo con un passo molto lento, godendoci ogni istante. La vegetazione a tratti lascia intravedere alte pareti stratificate di materiale vulcanico.

Antony si ferma assorto a contemplarle, quasi volesse leggere tra le mille sfumature di quegli strati, la storia passata.


Andiamo avanti per un po’ e come al solito, gradualmente, la distinzione tra essere umani e cavalli sfuma, lasciano il posto ad una sensazione di collettività: esseri diversi, ognuno con la propria peculiarità, condividono un’esperienza in armonia e serenità.

Ci fermiamo un attimo. Dobbiamo decidere: proseguire attraverso un sentiero che si fa scosceso e penetra profondo nel bosco, oppure tornare indietro, ripercorrendo i nostri passi con calma e tranquillità. Decidiamo insieme di tornare.

Rifletto su come attività che non si pongano obbiettivi rigidi e lascino flessibilità, permettano di cogliere il meglio in ogni situazione.


Rientriamo al pascolo e ci sediamo sotto un albero osservando i cavalli che pascolano liberi vicino a noi. Il tempo vola quando si sta bene e la mattinata volge al termine, è ora di andare.


Ci alziamo e improvvisamente una grande libellula comincia a girarci intorno. Istintivamente sia io che Antony apriamo le braccia e cominciamo a mimarne il volo. Inizia una danza incredibile. Io e lui ondeggiamo a braccia aperte e la libellula ci sfiora velocissima, ci supera e poi torna indietro, si posa su un ramo per poi ripartire e ritornare una, due, dieci volte!

Ridiamo come due bambini, meravigliandoci per questo altro inatteso regalo di una mattina già prodiga di emozioni.



Prima di andare Antony sorride e mi dice: “Non sono mai salito su un cavallo, ma dopo l’esperienza di oggi credo che proprio non ne sentirò il bisogno: mi basterà camminargli accanto! “

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