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Le irrinunciabili peculiarità

Uno degli aspetti sui quali pone l'accento l'approccio zooantropologico, è la peculiarità, ovvero il fatto che ogni animale, prima che a livello di specie o categoria, vada preso in considerazione in quanto individuo, con delle caratteristiche esclusive, che prescindono da ogni generalizzazione.

Le esigenze prestazionali del mondo dell’equitazione convenzionale fanno si che la peculiarità del cavallo come individuo passi in secondo piano. Quando la si considera, nella migliore delle ipotesi, lo si fa in chiave prettamente utilitaristica, per valutare cioè come agire sul cavallo per ottenere i risultati o le prestazioni volute.

Quando si entra in contatto con un cavallo, svincolati dall’esigenza della prestazione e in una situazione di benessere, intesa come uno stato di salute in un contesto nel quale il cavallo può esprimere il più possibile il suo repertorio comportamentale specifico, allora è molto più probabile cogliere la sua vera essenza e la sua peculiarità individuale.

Se consideriamo la enorme mole di condizionamenti alla quale un cavallo è sottoposto a partire dalla doma, per proseguire con l’addestramento e nei cavalli da maneggio con la continua turnazione dei vari cavalieri, non è difficile comprendere quanto poco di spontaneo e genuino possa esserci nell’agire di ogni cavallo e quanto, più che di azioni si tratti di reazioni condizionate, spesso di difesa all’approccio più o meno invadente del cavaliere di turno.


In questo scenario è davvero impossibile mettere in luce la vera essenza di un cavallo come individuo.



Quando invece si entra in contatto con un cavallo, svincolati dall’esigenza della prestazione e in una situazione di benessere intesa come uno stato di salute in un contesto nel quale il cavallo può esprimere il più possibile il suo repertorio comportamentale normale, allora è molto più probabile cogliere la sua vera essenza e la sua peculiarità individuale.

In questi mesi, durante il percorso “mi fido di te”, Aisha, ha introdotto e accompagnato Adele nel suo viaggio nella relazione uomo-cavallo. Adele ha imparato a conoscerla, a leggere le sue espressioni, i suoi comportamenti e a comunicare con lei. Ha imparato attraverso lei a leggere dentro di se, esplorando ogni volta le proprie frustrazioni, le insicurezze e la propria capacità di gestirle e farne tesoro.


Quando si intraprende un percorso di questo tipo con un altro essere, dopo poco ci si ritrova a vivere una interazione tra individui prima ancora che tra specie diverse. Queste interazioni portano in superficie tutto ciò che di più autentico c’è in entrambi i soggetti che si interfacciano. Dall’influenza reciproca vengono fuori aspetti specifici delle reciproche personalità. Così una personalità calma ed indolente come quella di Aisha lascia molto spazio a quella sensibile e attenta di Adele, al punto tale che spesso Adele si trova a dover bilanciare la propria assertività, ponendosi il problema di interagire attivamente e coinvolgere Aisha senza prevaricarla.


Nello scorso appuntamento, Adele ha cominciato ad interagire con Querida. Davanti all’indole esuberante della puledra, Adele si è trovata a dover racimolare tutte le sue risorse ma questa volta nel senso contrario. Ha dovuto “combattere” con la spregiudicatezza della cavalla tirando fuori un tipo di dinamicità che Aisha non le richiedeva. Per interagire con Querida, Adele ha dovuto adeguare la propria energia a quello della puledra, innalzandola vistosamente e contrastando la sua giocosa irriverenza.


Si sono studiate, hanno preso le misure

reciprocamente e dopo un contatto scoppiettante è tornata la calma. In effetti, riguardando le immagini di quel contatto vivace, mi sono resa conto di come l’interazione uomo-cavallo passasse in secondo piano rispetto a quella dell’individuo Adele con l’individuo Querida. Piccoli grandi regali, semplici ma immensi che la relazione autentica sa regalare…

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